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{#10} I giorni del virus /1

In questo numero:
- Un abbraccio (da un metro-e-mezzo)
- Letture consigliate
- Partecipa!
- La Grande Estinzione e altre storie

“Io so di scienza certa che ciascuno la porta in sé, la peste, e che nessuno, no, nessuno al mondo ne è immune. E che bisogna sorvegliarsi senza tregua per non essere spinti, in un minuto di distrazione, a respirare sulla faccia d’un altro e a trasmettergli il contagio. Il microbo, è cosa naturale. Il resto, la salute, l’integrità, la purezza sono un effetto della volontà e d’una volontà che non si deve mai fermare. L’uomo onesto, colui che non infetta quasi nessuno, è colui che ha distrazioni il meno possibile. ”

Albert Camus, La Peste

Cari lettori,

per questa volta rinunciamo ai nostri abituali convenevoli “sopra le righe”.

Vorremmo poter dare un contributo discreto all’elaborazione di quello che sta avvenendo. Per il momento, il meglio che possiamo fare è proporre una lista di letture consigliate e commentate.

Stiamo anche cercando di predisporre alcuni strumenti online ad accesso libero in cui instaurare delle discussioni al tempo stesso informate e informali: BachecaCOVID vorrebbe ospitare le impressioni e i pensieri di medici e operatori sanitari in prima linea; ET – Literature Digest #4 raccoglie una bibliografia scientifica ragionata (un altro progetto collaborativo di raccolta bibliografica si può trovare su a questo indirizzo). Sentitevi liberi di condividere questi link con chi pensate possa partecipare alla discussione in maniera costruttiva, nel rispetto reciproco.

Nel frattempo continuiamo a nutrire i nostri progetti creativi. Ce n’è uno in particolare che si addice ai tempi della reclusione sul web. Si chiama Algoritmo Umano, e proprio come Skynet in Terminator ha la spiccata tendenza a prendere il sopravvento, allargando il suo esercito a sempre più terminali e unità. Ora vuole arruolare anche voi! Mandando qualche parola, qualche sillaba, qualche sospiro di riflessione su di un qualcosa che vi definisce – ma al negativo.

Per concludere vi proponiamo anche un esempio di scrittura collettiva eseguita dall’Algoritmo Umano per il blog La Grande Estinzione. Un blog che, come Sarah Connor per Terminator, l’Algoritmo Umano segue ossessivamente, ma che fatica a trovare. Forse ha sbagliato indirizzo.

Vi salutiamo abbracciandovi a un metro e mezzo di distanza.

ExTemporanea Algoritmo Umano

[Illustrazione di Andrea De Franco]

Coronavirus digest #1

Ecco le nostre letture consigliate:

Algoritmo Umano – la notte scura dell’anima

Scriveva Cesare Pavese: “Si combatte soprattutto per non essere qualcosa, per liberarsi. Chi non ha grandi ripugnanze non combatte.” E Montale: “Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,/sì qualche storta sillaba e secca come un ramo./codesto solo oggi possiamo dirti,/ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.” Con più leggerezza Fellini elencava le cose che non gli piacevano (e quelle che gli piacevano):

Gli amici di Passaporto Nansen ci propongono di scrivere un altro articolo, dopo la prima esperienza. Abbiamo pensato di fare un elenco delle cose che ci definiscono al negativo: quello che non ci piace, che non vogliamo, e che potrebbe farci combattere. Specie al tempo del coronavirus.

Ne verrà fuori un articolo altalenante. A tratti esageratamente compiaciuto della sua paludata seriosità. E poi, subito, leggero. Che magari alterna periodi lunghi, dalle complesse perifrasi che, in un gioco di incastri di subordinate, a volte talmente arbitrari da sembrare inutili, si perdono. A frasi incisive. Poche parole. Un sospiro. Ah.

Potete scrivere quello che vi passa per la testa in questo file condiviso, su cui potrete vedere in real time l’evoluzione dell’articolo. Oppure mandate qualche considerazione all’indirizzo mail scienceground@festivaletteratura.it.

Sarà nostro impegno amalgamare tutti i vostri pensieri e farne uscire qualcosa di nuovo e diverso.

La Grande Estinzione e altre storie

«Quando dopo un miliardo di anni di storia evolutiva i cianobatteri impararono a estrarre elettroni dall’acqua, l’atmosfera fu lentamente invasa del residuo di reazione, un pericoloso gas tossico: l’ossigeno. Durante la “Grande Ossidazione” sappiamo che qualche cellula imparò prima a proteggersi, poi a utilizzare l’ossigeno, e infine a respirare. Da lì è un passo alla comparsa della specie umana.

Oggi già esistono batteri e organismi in grado di metabolizzare la plastica e gli altri prodotti degli idrocarburi. Forse saranno loro a far partire una nuova vita, in una nuova atmosfera, quando l’endling umano avrà già da lungo calcato il suolo terrestre. In bocca al lupo a tutti loro!

L’estinzione delle specie certo ci spaventa. Specie della nostra. Ma forse più della fine stessa ci preoccupa il come finiremo. Matteo Meschiari, ne La Grande Estinzione (2020), denuncia l’estinzione di un immaginario collettivo come strumento di sopravvivenza. O forse direttamente della collettività.

Che cosa sta sparendo? E cosa compare al suo posto? Basta davvero un gioco che ribadisca che c’era un immaginario condiviso, lo si può ancora ricostruire, è divertente e necessario farlo insieme? Saranno le distanze culturali, generazionali, materiali a prevalere, o magari la vocazione intrinsecamente ibrida dei nostri paesaggi?»

[…prosegue su La Grande Estinzione]

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