Ebbene sì, l’inglese ha ipnotizzato anche noi di eXtemporanea quando abbiamo scelto il nome da dare al progetto scientifico da sviluppare a Festivaletteratura. Volevamo creare uno spazio che fosse un po’ un playground in cui giocare con le scienze e un po’ un luogo di incontro in cui comprendere i background e i dilemmi di chi fa o si prepara a fare ricerca, ma anche un sorta di canale underground in cui intercettare il discorso scientifico senza filtri, in tutta la sua complessità: un segnale altrimenti difficile da captare nel rumore di fondo della società dell’intrattenimento, in cui anche la scienza è ridotta a notizia passeggera. Insomma, ci piaceva l’idea di creare un terreno fertile per il confronto scientifico, dove si potesse coltivare di tutto — dai microbi agli ecosistemi — e da cui raccogliere frutti preziosi come incontri e riflessioni collettive. Ci aiutate a concimarlo con qualche scarto di significato?
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